Il passator cortese: la Cantina Celli di Bertinoro racconta un celebre brigante romagnolo

Il passator cortese non è solo un nome inciso nella storia e nel folklore romagnolo, ma anche un simbolo di identità popolare, libertà e passione.

La Cantina Celli di Bertinoro, da 60 anni attiva nel cuore della Romagna, celebra questa figura leggendaria intrecciando mito, poesia e gusto, in un viaggio che unisce tradizione, vino e memoria collettiva.

Chi era Robin Hood per la Romagna: Stefano Pelloni, il passator cortese

Nel pieno dell’Ottocento, la Romagna era una terra di contrasti: povera, ribelle, attraversata da moti popolari e ingiustizie sociali. È in questo contesto che nacque Stefano Pelloni, detto “il Passator cortese”, come Giovanni Pascoli lo definì.

Come un Robin Hood romagnolo, incarnò la protesta contro i potenti, trasformando le sue gesta criminali in leggende popolari tramandate di generazione in generazione.

Le origini di Stefano Pelloni: storia della Romagna ottocentesca

Stefano Pelloni nacque nel 1824 al Boncellino di Bagnacavallo, in una Romagna segnata da fame e soprusi. Il termine “Passatore” deriva dal mestiere di famiglia: i traghettatori che facevano passare le persone sul fiume Lamone.

In quegli anni, il brigantaggio era diffuso in tutta Italia: le prime bande apparvero già nel ’700 in Sicilia, nell’Agrigentino, a causa di carestie e povertà. Anche in Romagna, molti giovani come Pelloni si unirono a bande che depredavano i ricchi per sopravvivere, in un clima di tensione e rivalsa contro le autorità.

briganti italiani

Dalla cronaca alla leggenda: come nacque il mito del brigante “gentiluomo”

Col tempo, il Passator cortese divenne una leggenda. Pur essendo un brigante italiano, il suo nome evocava giustizia popolare più che violenza. Le sue scorribande, raccontate nei paesi e nelle osterie, trasformarono il fuorilegge in un simbolo di riscatto contro i potenti.

La sua morte, avvenuta nel 1851 nei pressi di Russi, non spense il mito: romanzi, poesie e persino un film, girato da Duilio Coletti nel 1947, lo resero l’eroe gentiluomo che “rubava ai ricchi per dare ai poveri”, proprio come Robin Hood. La realtà, più dura, racconta però di un uomo spinto dal rancore e dal desiderio di libertà.

Stefano Pelloni tra i briganti italiani: chi era davvero il Passator Cortese

Dietro la leggenda del Passator cortese si cela un uomo complesso. A differenza di Carmine Crocco, il brigante più famoso d’Italia, che guidò vere e proprie rivolte nel Sud dopo il 1860, Pelloni agiva per proprio conto, colpendo i ricchi possidenti della Romagna.

Le sue azioni combinavano violenza e astuzia: immobilizzava i rappresentanti della giustizia, sequestrava i notabili e svaligiava le case più agiate. Tuttavia, nel racconto popolare, le sue gesta divennero metafora di vendetta contro le ingiustizie sociali.

Un reale confronto tra il Passator Cortese e Robin Hood

Il Robin Hood inglese era un ladro dal cuore nobile, che divideva il bottino con i poveri; il Passatore, invece, non era mosso da altruismo, ma da rabbia verso un sistema iniquo. Nel caso di Pelloni, non ci sono tra l’altro prove certe che redistribuisse ai poveri quanto rubato; la leggenda lo coinvolge in questa veste, ma la storia documentata non la conferma pienamente.

chi era robin hood

Entrambi però divennero simboli universali di ribellione. Se il primo incarna la giustizia ideale, il secondo racconta la realtà aspra della Romagna ottocentesca, dove il popolo trasformava il dolore in mito. La leggenda del Passatore non è dunque morale, ma emotiva: parla di libertà, identità e desiderio di riscatto.

Curiosità e leggende dell’Emilia-Romagna legate al Passator Cortese

Ancora oggi, nelle campagne e nei borghi romagnoli, si narrano leggende dell’Emilia-Romagna che riportano in vita il mito del Passator cortese. Le osterie, i vini e i racconti popolari sono pieni di riferimenti a lui, simbolo del folklore romagnolo.

Accanto a lui, altre figure come “Mason dla Blona” o il Passatore di Casadei popolano le ballate che animano le sagre e i teatri di paese. Il suo nome è divenuto un marchio identitario: l’Ente Tutela dei Vini Romagnoli lo ha scelto come emblema, legando così vino e leggenda.

La Romagna di Pascoli e il valore poetico della tradizione

romagna di pascoli

Nel celebre componimento “Romagna” di Giovanni Pascoli, il Passator cortese viene richiamato in relazione a una Romagna libera e orgogliosa:

[…] Romagna solatìa, dolce paese, / dove sorridere volle il mio primo amore.

Pascoli, nato a San Mauro Pascoli, vide in lui non un criminale, ma uno dei simboli della Romagna autentica, passionale e irriducibile. Nella sua poetica, Stefano Pelloni diventa parte della memoria collettiva:

[…] /in tutta la Romagna chiamato il Passatore.

La Cantina Celli di Bertinoro e il legame con la Romagna del Passator Cortese

Nel cuore di Bertinoro, la Cantina Celli celebra da 60 anni lo stesso spirito che animava la Romagna di Stefano Pelloni: autenticità, coraggio e amore per la propria terra. I vini romagnoli della Cantina Celli di Bertinoro — dal Sangiovese all’Albana — si fanno quindi fieri custodi della storia della Romagna.
Come il Passatore, rappresentano il legame tra passato e presente, tra ribellione e dolcezza. Ogni bottiglia racconta un frammento di identità collettiva, quella stessa che ispirò poeti, briganti e contadini; ogni calice è un racconto, ogni sorso un’eco della storia e delle leggende dell’Emilia-Romagna.

Scoprire la Romagna attraverso i vini della Cantina Celli di Bertinoro

Assaporare un vino Celli significa avvicinarsi alla tradizione e ai simboli della Romagna, tra colline, sapori e leggende: un invito a scoprire un territorio autentico, dove il gusto incontra la memoria.

storia della romagna

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Testo a cura di: Lara Balestra